Per Natale saremo fuori di qui.
Lascia un commentomarzo 20, 2014 di carlovanni
Fin da quando ero bambino ho considerato con qualcosa di più di una puntina di sospetto due categorie di persone:
– gli altri
– gli ottimisti.
A parte il fatto che la cosa è sempre stata reciproca, e sottolineando il particolare che gli ottimisti ricadono in tutte e due le categorie sospette – e in quanto tali, sono doppiamente sospetti ai miei occhi, la mia dopotutto è stata una infanzia abbastanza felice perchè, come tutti i bambini, perlopiù non capivo una mazza.
Inoltre, crescendo il problema si è quasi completamente risolto: quando mi sono reso conto che gli ottimisti fanno parte degli altri ho semplificato, e oggi sospetto di tutti.
Gli ottimisti, però, nel mio cuore occupano un posto speciale, che è poi una dependance della grande casa in cui alloco tutti quelli che si divertono da matti alle feste.
Io da bravo superficialone ho sempre pensato che se hai un piede nella fossa hai poco da stare allegro; oppure, stai pure allegro, però se mi dici che andrà tutto bene forse abbiamo un concetto diverso di andrà tutto bene.
Ma soprattutto: se il piede nella fossa ce l’ho io, e tu vieni a dirmi “Vedrai che andrà tutto bene”, mi dai una pacca sulle spalle e te ne vai, il mio unico desiderio diventa trascinarti nella fossa pure a te.
Insomma: forse non tutti gli ottimisti sono da mettere al muro, però una buona parte di essi, tipo quelli che fanno i contentoni quando le cose vanno bene e se si spezzano un’unghia si tolgono la vita, mettono a dura prova il mio ben noto amore per l’umanità.
Credo che ci sia un solo tipo di ottimismo buono: quello che nove volte su dieci non sembra tale. I più lo scambiano la maggior parte delle volte per incazzatura, forse, o per egotismo sfrenato. E’ quello che ti fa dire: cazzo, ce la faccio, perchè vengo lì e ti faccio nero, vedrai!
Al contrario, quello tutto caramellosità e bacini e bacetti e gattini, pur resistendo alle tragedie degli tsunami quando accadono a migliaia di chilometri di distanza, penso sia una colossale cagata.
A questo proposito, ho trovato molto edificante il fare la conoscenza coll’Ammiraglio Stockdale, che nella sua vita ha fatto un po’ di tutto, ma che doveva poi diventare famoso per un paradosso. Cioè, il paradosso che porta il suo nome.
Stockdale è uno che si è fatto 8 anni di campo di concentramento in Vietnam, e Rambo, tradito dal Sistema, non è riuscito a riportarlo a casa.
Quando gli hanno chiesto: “Ma chi è che è morto laggiù?” lui, candidamente, ha risposto: “Gli ottimisti. Quelli che dicevano sempre: per Natale, saremo fuori di qui.”
Il concetto è lampante. Se sei nella merda, se la situazione non puoi controllarla, prendi atto e fai di tutto per sopravvivere. Non fare l’allegrone, non pensare che all’improvviso salterà fuori qualcuno a dirti SCHERZAVO! Non sei su Candid Camera. Quindi, non rilassarti e stai sul pezzo, e forse, se si apre un minimo spiraglio, forse te la cavi. O perlomeno, non farai parte di quel grandissimo numero di individui che non se la cavano per il semplice motivo che non ci hanno provato, e che se ci avessero provato se la sarebbero cavata.
Tant’è.