L’uomo che segava il carrello del gigante.

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giugno 11, 2018 di carlovanni

Allora, domenica mattina sono lì che sfreccio tra le chicanes imbozzate dietro al Gigante per andare a fare un favore a un amico; sono tipo le nove meno un quarto, in perfetto orario.

Passo di fianco alle villette a schiera mattoni faccia vista con alberelli stenti, che verranno buoni per fare ombra tipo fra trent’anni – magie della pianificazione edilizia – e vedo una sega a mano a mezz’aria che lavora.

Buffa la percezione delle cose: si punta sulle più inusuali. Vedo prima la sega, poi chi la usa – classico bassettone reggiano, pelata con capelli tempiali, occhio ceruleo naso celtico, fisico da sollevatore di ciccioli, in canottiera da contadino fin dal mattino presto – poi, l’oggetto del segare.

Un carrello del Gigante.

La cosa che mi è piaciuta di più è stato lo sguardo, occhi negli occhi, con questo signore che sereno e tranquillo compiva l’atto: pacioso, di curiosità. Il mio lo posso immaginare: sospensione del giudizio, come quando ho visto uno con una frisona sull’apecar in rotonda sul ponte di San Claudio.

Cioè, per farvi capire.

Questo qui è uno che abita una villetta a schiera da gentina arrivata, autoctono, mica case popolari, mica banlieue. A duecento metri scarsi dal Gigante, aperto, serenamente mette sul piatto appropriazione indebita e danneggiamento di proprietà privata, ma così, serafico, perché gli viene comodo il carrello, sotto gli occhi di tutti.

Sereno.

E penso a chi vuole fare politica sull’intelligenza con questo popolo qui.

 

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