LA GRANDE CORSA DEI KOALA DI POGGIO SUL POGGIALO

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marzo 5, 2018 di carlovanni

Da molte generazioni ormai noi a Poggio sul Poggialo abbiamo questa tradizione, che ogni anno, con la pioggia o col bello, noi si fa la Grande Corsa dei Koala; una usanza che affonda le sue radici in tempi antichissimi, di quando qui c’erano gli eucalipti e i koala erano più diffusi dei gatti, per dire uno diffuso.

Sembra un po’ una scemenza ma per noi è un momento importante e ci gira attorno un po’ tutta la vita del paese, con le macchine che vengono da fori piene di curiosi che vanno alle tabaccherie e ai ristoranti nostri e si fa cassetto anche se poi fanno un sacco di confusione e i vecchi si lamentano che non si può dormire anche se la corsa poi finisce alle cinque del pomeriggio, ma tanto si sa, se fai o se non fai non va mai bene niente e loro alle cinque sono a letto comunque che si preparano a sonni più importanti.

Poi, è un momento in cui tutte le dispute si risolvono, perché noi i koala li si fa correre a contrade, che ciascuna si sceglie il suo, lo alleva, lo ingrassa, lo inferocisce bene per farlo andare via bello cattivo e determinato e poi ci scommette su che passa il traguardo per primo. A parte che ci girano tanti soldi, ma poi la contrada che vince decide come si manda avanti il paese fino alla prossima corsa.

Sono tanti anni ormai che però questo sistema non funziona tanto bene, perché non siamo mai riusciti a risolvere il problema più grosso, e cioè che i koala non sono mica tanto sprintosi.

Cioè, sono carini visti da lontano, eh. Però intanto hanno un carattere del cazzo. Che sembrano buoni buoni ma poi è solo perché sono strafatti di eucalipto, se glie lo togli, tempo due ore e vanno ai pazzi, gli occhi fuori dalla testa, si mozzicano tra di loro si graffiano con quegli unghioli e poi hanno anche assaltato degli spettatori. Fanno un gran casino insomma e sono cattivi, bisogna dargli ancora le foglie. E ci costa un sacco farle arrivare fin qui. Abbiamo provato col Vicks ma non ci cascano.

Insomma, partono con calma, però sembrano decisi, poi al traguardo ci arrivano ma tutti storti un po’ come pare a loro, fanno dei giri, si litigano, si cagano addosso, si lordano in maniera orribile, e poi voi non sapete quanto puzza un koala che quegli occhietti cisposi da alcolista divanato rendono l’idea ma bisogna guardarli da vicino, poi quando si cagano addosso misto eucalipto addio.

Noi ci danniamo l’anima tutto l’anno, li tiriamo su bene belli lustri e pasciuti, battiamo la pista di terra rossa, facciamo le righe per bene, le spondine, li facciamo trombare con chi vogliono, li allietiamo col pensiero positivo e con le musichette zen, niente, loro arrivano a un certo punto e mandano tutto in vacca e si tirano le palle di merda.

E poi a noi ci tocca pulire tutto e ci tocca litigare per metterci d’accordo senza sapere chi ha vinto e spendiamo un sacco di soldi per niente ogni volta.

L’anno scorso lo zio Ugone ha dato di matto e ha cominciato prima piano, poi a urlare che era una ROBA DA PAZZI che un PAESE CIVILE si mettesse a FAR DECIDERE QUELLO CHE SI DEVE FARE da dei KOALA CHE SI CAGANO ADDOSSO MENTRE CORRONO SU UNA PISTA DI TERRA ROSSA.

Non si teneva. Ha detto che se sentiva ancora una volta, ha detto lui eh, la stronzata che bisognava cambiare i koala e metterci quelli nuovi perché quelli vecchi lo avevamo già visto che non andavano bene prendeva e li annegava con l’idrante. Adesso, lo zio Ugone è sempre stato un originale. Si capisce che se un koala hai già provato che non funziona lo puoi far correre quanto, altre due, tre, quattro volte? Ma poi devi proprio dire che non va eh. Allora conviene che ci metti un koala nuovo, a correre, che facile che fa molto molto meglio, peggio non può fare.

Lo zio Ugone dice che questa è una cazzata perché se pensi che puoi farti decidere la vita a far correre dei koala su una pista di terra rossa e poi il problema è se sono nuovi o vecchi ti meriti quello che poi succede.

Perché poi noi allo zio Ugone gli si vuol bene che alla fine è una brava persona abbiamo provato a dargli retta; infatti, la corsa di quest’anno l’abbiamo fatta su una pista di tartan.

Ma niente da fare, eh. Chissà cosa dobbiamo fare ancora.

 

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