Armi improprie.
Lascia un commentodicembre 19, 2016 di carlovanni
Quando ero ragazzino – parliamo dei primissimi anni ’80, prima che ci dicessero che fare sesso era mortale – una mia vicina di pianerottolo era venuta in possesso, non so bene come, di un bel cucciolino grosso più o meno come un paio di mele sovrapposte. Topo, l’aveva prontamente ribattezzato, a causa delle sue dimensioni. Il nome gli rimase anche quando la bestiola dimostrò di avere nel sangue geni di triceratopo, fino a raggiungere le dimensioni di un cazzo di pony in brevissimo tempo. Tipo Scooby Doo sotto steroidi, per intenderci. Bene; un bel giorno la vicina stava portando a spasso in bicicletta Topo – ovvero, guinzaglio legato al manubrio, lei via ai 30 all’ora, Topo la seguiva senza sforzo – quando l’animale si mise a inseguire un non so cosa, un gatto, un parroco, non l’ho mai saputo. Trascinando con se la bicicletta e la padrona, una zavorra che per lui non costituiva questo gran freno. La padroncina ne riportò varie pesanti ferite, strisciando sull’asfalto fino a grattarsi via mezza faccia.
Mi è venuto in mente quest’episodio poco allegro della giovinezza stamattina, nel momento in cui ho incrociato una donnetta che portava a spasso due bellissimi dobermann; cinquanta chili scarsi di donna trainati da cento, centodieci chili di muscoli canini. Un cagnolino tenuto al guinzaglio proveniva dal senso opposto, e come tutti i cagnolini piccoli, il piccolo rompicoglioni ha cercato la baruffa. La signora sembrava facesse lo sci d’acqua a secco, sulle suole degli stivali.
C’è un mio amico che dice, bontà sua, che si dovrebbe estendere a molti il porto d’armi, perché tanto se non gli dai le pistole, la gente s’ammazza col coltello, e che, vogliamo togliere i coltelli? Il ragionamento sembra anche filare; fino al momento in cui ti chiedi se avessero le pistole se non preferirebbero usare queste o i coltelli, avendole disponibili. E se con un coltello riesci ad accoppare quattro cinque persone prima di farti saltare le cervella, senza essere un guerriero vichingo, basta un impiegatuccio esaurito di 60 chili con le scarpe, la miopia, la forfora e il tunnel carpale, e una Beretta, beninteso, o un sovrapposto Franchi. Io, molte persone che conosco penso che avendo a portata di mano una rivoltella in certi momenti sarebbero piuttosto tentati di usarla. Invece, diciamo con un coltello da prosciutto, ci penserebbero (ci pensano) sei o sette volte, e poi è già il weekend e non se ne fa niente.
Secondo me, ed è il mio modesto parere, di armi con cui ammazzarsi e ammazzare gli altri in circolazione ce ne sono già fin troppe. Sotto la voce “libero arbitrio” o “ce l’hanno tutti” oppure “è un mio preciso diritto” vanno, oltre ai succitati coltelli, automobili condotte da mamme che purché il loro pargolo sia arrivato vivo a scuola di quelli degli altri non glie ne frega un cazzo, molossi antropofagi di cento chili registrati come animali da compagnia, utensili letali in mano a volonterosi operai rincoglioniti dal prosecco, tutte cose più che mortali, e che statisticamente ammazzano più che non le armi presenti sul territorio.
Ma volendo essere un po’ stronzo (o cauto) allargherei la definizione a tutte quelle cose che utilizziamo senza riflettere e che possono avere conseguenze pesantissime o anche mortali per noi stessi e per gli altri. Licenze di edificazione, ad esempio. Capacità di partorire ed educare i figli. Votare. Fondare un’azienda. Insegnare. Parlare in pubblico. Scrivere libri. Accedere ai risparmi. Mangiare quello che ci pare. Prenderci cura delle persone. La lista è, potenzialmente, lunghissima e può venire arricchita da ciascuno con un poco di fantasia. Il giochino ha poche semplici regole: vi basterà immaginare le conseguenze di qualsiasi attività nel campo del possibile che, condotta senza cervello e con disprezzo delle possibili conseguenze, possa risultare a lungo andare dannosa.
Mi rendo conto: il risultato finale potrebbe essere così lungo da lasciarci dubbi circa l’opportunità di compiere la gran parte delle azioni quotidiane, fino a poter portare ad una paralisi totale. E, no, non va bene. Dopo un primo doloroso flash di consapevolezza riguardo il fatto che non siete soli nel mondo sarà meglio che vi scrolliate la paura di dosso e ricominciate a muovervi; con giudizio, s’intende, ma muovervi.
Capite adesso perché non sono favorevolissimo all’introduzione di altre armi? Ne abbiamo già abbastanza a portata di mano. E si vede tutto.