Il branco

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giugno 28, 2016 di carlovanni

Chiunque abbia studiato qualche scienza sociale, anche poco, anche mentre giocava alla playstation avrà prima o poi incontrato quella che é la bestia nera di tutti gli scienziati sociali: la differenza che passa tra il comportamento del singolo e il comportamento del gruppo. Lo stupore nell’accorgersi che persone altrimenti miti e ragionevoli, se riunite, possono compiere azioni assolutamente insensate, violente, mostruose, inspiegabili ha spaccato a tal punto le scienze umane che ne sono nate psicologia sociale, sociologia, studio delle devianze e so quanto di altro. Risolverò tutti questi secoli di emicranie in mezza frase: PUTTANATE. Sono alibi belli e buoni.

Il singolo nel gruppo compie azioni che si sente di compiere contando sul fatto che la responsabilità viene diluita: ciascuno coprirà gli altri, come nei rapporti di classe non ci saranno espulsioni, ma solo una reprimenda comune. Il rapporto di classe, vale un decimo. Uno può sempre dire: eh, passavo di là. Non ho mica fatto niente. Mi hanno costretto. Non ero io nel plotone d’esecuzione a voler uccidere, io avevo i proiettili a ciaone, che é un po’ come quelli a salve ma più moderni.

E’ un meccanismo biologico adattivo che non sto a spiegarvi adesso. Se volete sapere come funziona venite poi in consulenza. Qui scriverò solo la sintesi: PUTTANATE.

Le persone in gruppo fanno quello che vorrebbero fare da sole, ma non avrebbero il coraggio di farlo. Oppure si rassegnano a fare quello che fanno perché per loro è più importante difendere l’appartenenza al gruppo piuttosto che fare quello che fanno. Per cui, ammazzano, rubano, stuprano, si drogano, mangiano gatti e cani e talvolta (oggi sempre meno, ma per lungo tempo è stata una bella moda) cristiani.

Depenalizzare le cose fatte in gruppo é un altro riflesso del nostro condizionamento sociale; è un po’ come quando depenalizzano i crimini commessi da una donna, o da un povero, o da un minorenne. Tutte situazioni considerate praticamente come handicap del cervello. Un po’ la difesa da merendine, se sapete di cosa sto parlando.

Ebbene; di nuovo, PUTTANATE.

I crimini commessi in gruppo sono peggiori di quelli commessi da soli. Perché se è vero che si può ad essi opporre l’attenuante della possibile costrizione (tutta da provare, mai da dare per scontata) è invece da considerare con fermezza la vigliaccheria, l’eccitabilità, la stupidità, la connivenza di questi soggetti. Pronti a darsi manforte l’uno con l’altro come un branco di cani (altra creaturina che amate, perché non l’avete mai avuta di fronte in stato di natura).

Il problema non é se gli uomini siano pericolosi. Il problema non è se le donne siano provocanti. Il problema risiede nel fatto che siamo usciti l’altro giorno dalla preistoria e siamo finiti qui a scrivere status meleagri su Facebook. Ma alla prima grattatina viene via la cromatura da poveri e ti ritrovi delle scimmie invasate, una delle razze più crudeli, perverse, pericolose del pianeta. Forse la peggiore, perlomeno in termini etici (che poi è una invenzione puramente umana). Uomini E donne.

Se smetteste trenta secondi di trattarlo come un problema di sessismo e faceste mente locale sarebbe più semplice. Ma purtroppo non è così che funzionerà.

E’ un problema da risolvere nel modo opposto a come si è sviluppato: vale a dire, in maniera razionale. Non c’è da castrare nessuno. Non c’è da levare alti lai, non c’è da piangere sulle virtù perdute. C’è da interrogarsi, da tornare a casa e farsi due conti. C’è da ricostruire vite e fare in modo che vengano ricostruite. C’è da mettere su un sistema che renda difficili (impossibili, MAI) queste cose.

Ficcatevelo nella testa. Gli umani (non gli uomini: gli umani) stuprano, uccidono, seviziano e torturano. Più ne hanno la possibilità, più lo faranno; qualunque coglione saprà dirvi che l’occasione fa l’uomo ladro (anche la uoma). Quello che fa scattare la molla non è la natura. E’ la parvenza di impuniTà.

Fate tanti commenti disperati, morbosi e scioccati, ma dovreste utilizzare le energie in un altro modo. Punire in maniera non spietata: al contrario, pietosa e ferma, ineluttabile. Ma pietosa, che tenga conto della rovina che infliggete a voi stessi e agli altri, e quale ne è lo scopo. Altro che castrare e bruciare. Prendere i vostri figli e crescere attivamente, non passivamente. Non: il sacro cuore di Gesù vuole che tu sia buono, fai la Comunione e sei a posto. Ma: discutere coi bambini, che non sono innocenti da un pezzo. Spiegare loro che chi fa certe cose è una merda. Non usare Gei Ar come simbolo. Usare Tex Willer e Batman e Superman. Abbiate il coraggio dei vostri eroi, cazzo. Insegnate che stare nel giusto, aiutare i deboli, non divorarli, è dura, cazzo. E’ dura. Sono prede così facili. Sono così appetitosi. Ma è indegno di un cacciatore. Di un uomo coi controcazzi. Di una donna fiera. Cazziateli. Fateli vergognare. Criticali. Tirateli su dritti.

Poi la volete sapere? Non avrete mai la certezza di aver fatto tutto quello che andava fatto. E non avrete mai la certezza che funzionerà. Possono diventare degli stronzi vigliacchi come i genitori, o come gli amici di scuola, o come il personaggio di un film, in men che non si dica.

Ma mi sento tranquillo nel poter dire che se invece di mandare vostro figlio a Catechismo insegnandogli che è buono per poi lasciarlo la sera davanti a GTA così non rompe, se guardate insieme dei telefilm violenti e atroci e discutete con lui di giustizia, di etica, di effetti speciali, di società, anche quando ha 4, 5, 10 anni forse forse non spappolerà la testa a suo figlio col tacco 12 perchè piange, non pesterà la moglie e non darà fuoco ai gatti per noia, rabbia, debolezza. Forse.

Certo, questo presuppone raccontarsela poco. Eh, lo so. Una bella fatica.

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