Il resto, è pubblicità.
Lascia un commentomarzo 9, 2016 di carlovanni
Ci sono termini che hanno avuto un grandissimo riscontro di pubblico e si sono trasformati in vere e proprie superstar della nostra lingua; contrabbandati da social network, televisione, giornali, si sono da tempo lasciati alle spalle il dizionario, con le sue limitazioni tecniche, e si sono involati nel cielo sempiterno delle parole che tutti possono usare un po’ così, a sentimento.
Questo é ad esempio il caso del termine autostima; che di per se stesso non presenta particolari problemi, significando con ogni evidenza stima di sé; ma che nell’accezione comune ha finito col diventare pian pianino qualcosa di sottilmente diverso. Sottilmente, ma radicalmente: un po’ come quando lanci un razzo nello spazio, e una differenza di una frazione di millimetro porta l’astronave a milioni di chilometri dal bersaglio desiderato.
La cosa è particolarmente ovvia se si considera la cosa a partire dalla tanta propaganda sviluppata al riguardo. Migliora la tua autostima!, titolano i corsi a dispense in edicola, sviluppa la tua autostima, accresci la tua autostima! L’errore, soffermandosi un attimo, é evidentissimo: autostima ha finito col diventare sinonimo di amor proprio, oppure, di orgoglio, di fiducia in se stessi o addirittura di ego tout court. Niente di terribile, e niente di più sbagliato.
Auto – stima non è sentirsi né diventare più fighi. Autostima è due cose: stimare esattamente se stessi, e accettarsi per quello che si scopre di essere.
La prima parte è consapevolezza di quello che siamo, pregi e difetti. Studiarsi, osservarsi, tendersi agguati fino a scoprirsi col culo scoperto, messi a nudo, impietosamente: senza difese, e senza maschere. Onestamente, senza confronti con gli altri, e senza aspettative: liberamente, guardare solo quel che c’è.
Potremmo scoprire, sorpresi, di essere migliori di quello che pensavamo. Potremmo certamente, a questo punto, anche scoprire di non essere poi un granché. Magari ti valuti spassionatamente, e finisci al di là di ogni dubbio col valutarti un cretino. Bene: ti valuti un cretino e sei veramente un cretino; la tua autostima, in questo primo senso, è eccellente. Se pensi di esserti fatto del male, ripensaci: ci sono fin troppi cretini che ritengono di essere dei geni e danneggiano se stessi e gli altri. Tu sai di essere un cretino: è il primo passo per scoprire cosa puoi e non puoi fare, come sviluppare i tuoi punti di forza e trovare una tua onesta e serena collocazione nel tuo mondo. Ti pare poco?
La seconda parte è accettazione. Accetta di essere un mediocre, magari, e perdonati per questo: sei fatto così, chi ha stabilito che sia un male? Non è necessario che tu sia qualcun altro, e contemporaneamente puoi sempre aspirare ad essere migliore, ora che vedi le tue debolezze e non ti torturi per esse. Trattati bene. Lavora con serietà su quello che hai, fosse anche pochissimo, e scoprirai come una onesta determinatezza e la dignità che ti appartiene potranno farti arrivare anche molto più in là di tanti che hanno un potenziale molto maggiore, ma lo sprecano a ingannarsi, a svalutarsi, a biasimarsi. Oppure anche, accetta di essere estremamente dotato, che forse è ancora più difficile; perdonati lo spreco che hai fatto finora di te stesso, corri i tuoi rischi nell’invidia, nell’incomprensione degli altri, tuffati nella tua stranezza e riemergi più grande.
Ecco; questa è autostima. Il resto, è pubblicità.
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