Il Complesso di Ettore

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luglio 30, 2015 di carlovanni

Dicono che leggere, studiare, faccia bene. Apre il cervello, dicono. Sono d’accordo; a patto di non creare troppi spifferi che poi ci si ammala, e di leggere nella maniera corretta. E quale é la maniera corretta?

Sembrerà strano con tutte le righe che si scrivono, ma il modo giusto é: leggere al di fuori di esse. Quello che é esplicito e quello che non é nemmeno implicito, da tanto che é chiaro, lampante. Se fai così impari un sacco di cose.

Prendi l’Iliade, per esempio. Du palle, se la fai a memoria. Che figata, se ti cali nei personaggi.

Ettore, ad esempio. Qualche dubbio che sia il miglior uomo di entrambi gli schieramenti?

Guerriero pressoché invincibile, saggio, intelligente, colto. Un gran figo, tra l’altro. Profondamente innamorato di sua moglie, fedelissimo, incrollabile. Pazzo di suo figlio, genitore sempre presente, paziente, amorevole. Devoto al vecchio padre.

Onora gli Dèi e le leggi, é gentile, leale, cavalleresco, amico premuroso, nemico onorevole.

Fa una morte di merda, trascinato come un cane rimasto impigliato nel guinzaglio per tutta la spianata di Troia mentre il suo assassino, che é un incularagazzini e uno stronzetto viziato, si fa beffe della sua memoria.

Andromaca, la moglie, viene fatta stuprare e fatta schiava (in sintesi, sposa uno stronzo); Astianatte, il figlio amato, frullato giù dalle mura a vedere se sa volare oppure no. Bene, va a finire che non sa volare.

Di tutto ciò il lettore annoiato e stanco se ne può allegramente fregare, cantami o Diva quello che ti pare ma basta che finisce l’ora di letteratura greca, togo Achille, fico il Cavallo di Troia, pardon, di signorina, volevo solo chiedere una indicazione. Il lettore scaltro invece porterà a casa preziose lezioni di cui fare tesoro.

Tipo: serve a qualcosa se sei bravo, buono, bello, intelligente, rispetti tutte le regole, vuoi bene a tutti e sei amico di tutti? Magari sì, ma se fossi in te non ci conterei. Perché anche se hai fatto tutti i compiti per bene sai che c’è? Non ti spetta niente.

Tu fai di tutto per giocare la partita in maniera ineccepibile, certo. Bravo, ciò ti fa onore. Poi scopri che qualcuno, o qualcosa, ti ha rotto le uova nel paniere. MA COME? Avevi già programmato tutto! E invece: una cistite, un linfoma, un guasto allo spinterogeno, gente più scaltra di te, va via la luce, la morosa incontra l’uomo della sua vita (non tu), ed ecco che ti crolla il mondo addosso. Ma non per il fatto contingente: per tutto. Improvvisamente scopri che le regole sono carine, ma non mettono al riparo da niente se non dalla pubblica riprovazione, dalla vergogna, se vuoi; per il resto, la tua ignoranza, la furbizia altrui, le leggi della fisica, la statistica possono fotterti in qualsiasi istante, e senza risarcimento.

Bene; se per un qualche motivo ti accorgi di essere sotto l’influsso del Complesso di Ettore, liberatene al più presto. Usa un po’ di flessibilità, un po’ di pigrizia, un po’ di furbizia per scrollarti di dosso la smania di tenere tutto sotto controllo. Tanto, é inutile.

Fatti furbo. Fatti piccolo. Non succede niente se non porti a casa tutti 10, se la tua amata non ti dice ogni cinque minuti che sei fantastico, se il tuo capoufficio non ti assegna ogni anno il premio per il Migliore Impiegato. Non gliene frega niente a nessuno se hai sempre ragione. I cimiteri sono pieni di gente che attraversava sulle strisce senza guardare perché tanto aveva la precedenza. I paraurti non hanno vergogna di niente.

Pensa a cosa sarebbe successo se Ettore fosse stato un po’ meno sicuro di se stesso, un po’ meno innamorato dell’idea che devi fare tutto alla perfezione, e poi gli Dèi risolveranno il resto. Pensa alla scena.

ACHILLE: “Vieni giù bastardo! Vediamo come te la cavi contro di me, contro un guerriero vero! Vieni che te le suono! Se non scendi e non accetti la mia sfida sei un cane senza coraggio, un verme senza dio, esci da quelle mura!”

ETTORE: “Vieni su tu, busone bistrato! Fai presto a ganassarti perché la zoccola di tua mamma ti ha imbevuto nel Teflon, noi qui siamo adulti e non abbiamo bisogno degli aiutini! Mi dispiace tanto per il tuo amichetto, la prossima volta lascialo a casa e inculati qualche pecora, e POI SE E’ MORTO LA COLPA E’ TUA, BUSONE VIZIATO!”.

Chiaro o no? A seguire, crisetta di nervi del Pelide che uccide il barbiere per un po’ di ricrescita, poi sensi di colpa e amarezza, se ne va affanculo lui e i suoi Mirmidoni, Ulisse dice: ma si tengano quel tegame di donna, chiediamo i danni economici e buona lì, e si torna tutti a casa. E non era meglio per tutti?

Date retta. Volate bassi. Non andate in esaurimento se non siete perfetti, fate del vostro meglio e buona lì, “abbastanza buono” è fantastico, “perfetto” é da ricovero. E non serve a niente.

Improvvisate, adattatevi, raggiungete lo scopo.

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