Sragionevole.
Lascia un commentomarzo 9, 2015 di carlovanni
Una volta, avrò avuto tredici, quattordici anni, eravamo al campeggio estivo e una sera, dopo aver preso il gelato, mi sono trovato invischiato in una specie di temibile e pervasivo tumulto generalizzato: era stata organizzata una specie di Guardie e Ladri di massa, naturalmente mentre, come al solito, io ero su Urano. Insomma; io ero lì col mio croccantino che si squagliava, e tutti mi sfrecciavano intorno; vedevo le Guardie in seria difficoltà perché, dopotutto, nessuno sapeva chi fosse nessuno, figuriamoci acchiapparlo. E per evitare di farmi coinvolgere come forzato ho cominciato a dare ordini: tu, di là! Stringete il cerchio! Prendete quelli ai margini! E la gente obbediva, celermente e con evidente piacere. Tutti meno uno, che, unico, mi si é fermato davanti e mi ha chiesto: ahò, ma te chi ssei? E io, faccia di merda: sono il Capo delle Guardie! E quello: ah, vabbé, allora.
Dal che ho ricavato due importantissime lezioni: primo, la gente basta che uno assuma l’aria di chi sta andando da qualche parte e si metta una casacca, lo seguono col sorriso sulle labbra; secondo, puoi metterti la casacca che vuoi e diventare chi vuoi, quando ti pare, che se ti dai un po’ da fare e fai la faccia di quello che sa cosa sta facendo, la cosa, contro ogni possibile previsione, funzionerà.
Lo so che non sa tanto di Pensiero Negativo, questa cosa, a prima vista: come, cosa? Posso decidere di essere chi voglio, di fare quello che voglio, e miracolosamente riuscirò nel mio intento? La risposta, senza tanti giri di parole, é: beh, sì.
Penso che le parole chiave, in tutto questo sproloquio, siano: decidere e intento. Non puoi venirmi a raccontare che volevi diventare ricco e non lo sei diventato, quando poi tutto il tuo intento si é esplicitato nel giocare qualche Gratta e Vinci. Se volevi diventare ricco, lo diventavi. Magari non uscendo mai con gli amici e comprandoti un appartamento a 20 anni, che poi rivendevi quando il mercato tirava e ne compravi due, affittandoli in nero alle prostitute, magari spacciando, ricattando, studiando per diventare pranoterapeuta, che ne so, io non ho mai voluto diventare ricco.
La cosa che non sa di Pensiero Negativo é questa frasetta che avete già sentito dire mille volte dai guru motivazionali: se vuoi, puoi. Che non é mica sempre vera. Anzi. Il motivo per cui non funziona spesso é che non vuoi, e qui casca l’asino dei guru motivazionali, che ti diranno: eh, sai, non hai voluto abbastanza fortemente; così’ loro non hanno mai torto e tu la pigli in quel posto con discrezione. A volte bisognerebbe che qualcuno ti dicesse che le tue aspettative erano così esaltate, così cretine, così strampalate rispetto ad una sana e verosimilmente mediocre valutazione di te stesso che dovresti assegnarti in molti campi che magari volevi davvero, ma dopo aver provato ed esserti rotto le ossa e altre cose più morbide per tanto tempo alla fine, visti i risultati ridicoli, hai lasciato lì.
No; non é vero che se vuoi, puoi. E’ vera un’altra cosa: che quasi tutti si sono appiattiti sul se puoi, vuoi, che sembra che suoni uguale e invece é l’appiattirsi su percorsi che ti sembrano alla tua altezza, quindi con risultati che di sicuro potrai arrivare a conseguire. Ti lascio se vuoi un trenta secondi per riflettere su quello che pensi di te se decidi scientificamente di importi degli obbiettivi bassi e mediocri, ok?
Ah, ho capito. Tu non ti dici che sono obbiettivi bassi e mediocri. Li definisci obbiettivi ragionevoli, perché sei un tipo ragionevole.
Bene. Sei bravo col dizionario.
Io invece dico che in un Paese di gente che scommette solo sul cavallo piazzato; che decide di fare il mestiere che gli fa schifo, purché ci sia lo stipendio; che decide di innamorarsi solo di quella che glie la dà; che ama solo quello che gli dicono che deve amare; che ride alle battute alle quali ridono già gli altri; che va nei posti in cui non c’è niente che gli piaccia, ma si incontra un sacco di gente che va in un posto in cui non c’è niente che gli piaccia; che guarda i film che tutti hanno detto che andranno a guardare e poi si interroga sul giudizio che deve dare per non essere troppo scentrato,
ecco,
allora in una simile compagnia – della quale ogni giorno per un verso o per l’altro ingrossiamo tutti le file, é inutile che ci indigniamo più che tanto – forse dovresti considerare la possibilità di essere, al contrario, sragionevole.
Di decidere di diventare avvocato a 50 anni, o metereologo, o veterinario, piazzista di spazzole, pornodiva, rockstar, atelierista, campione di Wrestiling o di Curling, viaggiatore estremo, scrittore. Quale é il problema? Come diceva Stephen King nell’introduzione a A volte ritornano, tutti quelli che dicono, oh, vorrei tanto fare lo scrittore, e scrivi, no?
Ma forse il problema é che non vorresti diventare, poniamo, uno scrittore. Vorresti diventare uno scrittore di successo. E allora il tuo problema torna al via; tu vuoi svegliarti in un mondo fico in cui ti ritrovi milionario senza la gavetta. Fai così: continua a comprarti i gratta e vinci.
Per tutti gli altri, la strada é aperta, e sragionevolmente la possibilità di avere anche successo é più alta di quanto non sembri; perché se decidi veramente e ci metti un vero intento, tutti quelli che sono semplicemente lì parcheggiati facilmente li travolgerai, o si dovranno scansare. In vetta, la competizione é minore; tutti sgomitano per la seconda classe. Tutti si accalcano sui buffet, il tavolo in disparte apparecchiato lussuosamente nessuno ha il coraggio di chiedere se é libero. Il risultato é che finisci per pagare a carissimo prezzo la sbobba, che in questo modo diventa anche meno disponibile e devi pure conquistartela.
Se vuoi, puoi, é una cazzata. E’ più semplice ancora: se fai, puoi.
Pensa Negativo. Sii sragionevole.