Cosa fare se hanno finito la lattuga

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giugno 3, 2014 di carlovanni

Epitteto era un filosofo di origine greca che, facendosi i cavoli suoi, visse fino a buoni ottant’anni, e che scrisse un manuale di pratica dello stoicismo destinato ad avere un ottimo successo letterario; consisteva in una raccolta di tecniche per il raggiungimento della felicità, quindi ecco, se siete proprio patiti della felicità, potrebbe essere un buon inizio piuttosto che aspettare che vi salti in bocca mentre siete distratti.

Al paragrafo 25 il nostro amico ex schiavo fa una osservazione che potrebbe mandare in crisi il mercato verduraio tutto.

“Come può, ad esempio, colui che non frequenta le anticamere dei potenti, che non li segue, che non li loda, essere trattato nella stessa maniera di coloro che fanno tutte queste cose?

Sarebbe ingiustizia ed ingordigia che tu, non pagando quel prezzo al quale si acquistano i favori ed i benefici dei potenti, li volessi avere gratis. (…)

Ora, facciamo che uno, spendendo un obolo, abbia ricevuto in cambio della lattuga, e che tu non spendendolo, non ne abbia ricevuta: non devi però pensare di aver ricevuto meno di quel che ha avuto costui.

Infatti, se lui avrà la lattuga, tu avrai l’obolo che non hai speso.

Lo stesso nel nostro caso. Non sei stato invitato a cena dal tale potente: ma nemmeno hai dato a lui il prezzo a cui egli vende la sua cena. Egli la vende al prezzo di lodi, di obbedienza, di ossequi. Paga dunque il prezzo se la merce fa per te. Ma se non vuoi pagare il prezzo ed avere la merce, questa è certo ingordigia e furfanteria. Forse che in cambio della cena tu non hai nulla? Tu hai sicuramente questo, il fatto di non aver lodato chi non volevi, il fatto di non essere stato ad aspettarlo in anticamera.”

Concetto interessante, no? Se la fatica che facciamo per ottenere vantaggi sociali fosse concreta come la lattuga, e specialmente, se quello che paghiamo sotto la forma di salamelecchi, risate senza allegria, leccatone di culo, inchini, favori, passaggi, presenza, professioni di fede sperticate e acritiche e tutto il resto del campionario fosse concreto come moneta sonante, magari la contabilità si terrebbe con facilità maggiore. O forse no; però è facile che tutto questo continuo sbattersi per l’ingranaggio se fosse visibile e tangibile sarebbe una massa impressionante. Magari, anche chi dà via metaforicamente ogni giorno il culo si potrebbe fermare a riflettere circa la gran massa di culo dato via: corrisponde ad un equivalente quantitativo di lattuga? Per alcuni immagino di sì; per i più, ne dubito fortemente.

C’è poi il problema di cosa si compone l’obolo che metti da parte, se lo risparmi. Oserei dire quella cosa tanto fuori moda che è la stima di se stessi, e la stima di noi che hanno persone la cui stima potrebbe essere gratificante.

E’ possibile spendere questa moneta in modo più proficuo che non investendola nel mercato dei favori?

Forse sì; forse, quando tutto intorno a te crolla, puoi usare queste riserve né più né meno di come faresti con i soldi nascosti nel materasso nel momento in cui la Banca fallisce, e sopravvivere a cose che invece travolgeranno senza pietà tutti quelli che si erano lanciati nell’acquisto frenetico di titoli tossici.

Bisogna anche dire che molti di noi non hanno particolari meriti nel non avere investito nella lattuga. Sì, siamo sinceri: non è che abbiamo vissuto queste vite irreprensibili, forti, tenaci, sagge. Magari ci siamo semplicemente adattati, perchè tanto dal giro del mercato eravamo già tagliati fuori in partenza, e ora non ci sembra il caso di fare quelli che hanno sempre fatto i virtuosi, ecco.

Io, per esempio, a volte sono sicuro che mi sarei anche adattato, mi sarei ben volentieri vendicchiato qua e là per alleviare certe pene, per ottenere qualche vantaggio.

Sta di fatto che quando sono arrivato io, la lattuga migliore era già finita; restava una gran ressa di massaie che si accapigliavano per pagare a caro prezzo i rimasugli, scarsi, appassiti, mezzi marci, coi buchi delle lumache. E allora giri i tacchi e te ne torni a casa con la sporta vuota, troppa fatica per così poco.

Certo, a pensarci bene, in realtà questo girare i tacchi è proprio la summa del concetto di risparmiare l’obolo, forse. Anche se non senti di aver mai avuto questa gran voglia, questo gran merito di tenere fede agli immortali precetti.

La Comaneci si allena come una pazza e ottiene comunque risultati inferiori a quelli di un gatto, che non si è ammazzato di lavoro. Nonostante questo, il gatto è ugualmente agile, e non si sente in colpa anche se non ha un particolare merito per la propria agilità. Quindi, questa storia del merito forse a volte è anche un po’ una cazzata.

E forse, se l’obolo lo hai risparmiato, che sia stato per incrollabile forza interiore, per natura, per cultura, per semplice combinazione, culo, pigrizia, lo hai risparmiato ugualmente e lo metti da parte. E te lo ritrovi da spendere mentre gli altri no.

Ci frega spesso, questo bisogno di sentirci virtuosi. A volte, invece di fare la cosa giusta, semplicemente non abbiamo fatta la cosa sbagliata, per ignoranza o pigrizia, e va benissimo così; tanto poi, quando lo capiamo cos’è successo, il gruzzolo non diminuisce, il risultato, non cambia.

 

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