L’esperienza è una cattiva maestra

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Maggio 2, 2014 di carlovanni

Cosa c’è di meglio dell’esperienza personale, per valutare il mondo? La prima volta che abbiamo messo la mano sulla fiamma, scottandoci, abbiamo capito che non è una pratica particolarmente igienica. Alcuni hanno dovuto ripetere l’esperimento una seconda volta, per imprimere bene a fondo la lezione nei proprio neuroni. Altri, come chi cerchi sempre lo stesso tipo di partner con gli stessi sistemi, continuano tutt’ora a provare, pensando che, pur non variando alcun altra variabile, il risultato finale potrebbe prima o poi essere diverso; e fanno i mangiatori di fuoco, le stiratrici, evadono il fisco, vanno alle feste di Capodanno, quelle cose lì. Per fortuna, il masochismo è abbastanza diffuso da rendere l’esperienza in fondo non del tutto sgradevole.

Naturalmente, tutto quanto detto finora è valido solamente in presenza di sistemi chiusi, chiusissimi, forse solo nel personale, e addirittura in un arco di tempo brevissimo, o ripetutamente uguale a se stesso come quello descritto dal compianto Marquez in “Cent’anni di solitudine”.

Viviamo in un mondo estremamente complesso, nel quale, come diceva Eraclito, è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume. Il suo discepolo Cratilo, che era un maiale, sostenne addirittura che era impossibile bagnarsi anche una sola volta, ma era tutta una scusa sua per non lavarsi.

Se fate i vostri programmi in base all’assunto che tanto è sempre andata così, siete destinati – a meno che non intervenga un qualche altro errore di calcolo che compensi il primo, enorme – presto o tardi a fallire miseramente. Il fatto che le cose siano sempre andate così è semmai la garanzia che è impossibile che non finiscano per cambiare e che, in questo caso, il cambiamento sarà così sorprendente da causare disastri a catena.

Prendete i dinosauri. “Eh valà, te scarrafone, te mammiferetto, noi siamo i dominatori del mondo acqua terra aria da milioni di anni, sappiamo quello che stiamo facendo; compra le nostre azioni.” Sbam. Estinti.

Prendete la moda. “Ma figuriamoci se le donne vorranno mai andare in giro vestite peggio di zoccole da bassifondi arrancando su trampoli che sfasciano loro il collo del piede!”. Sbam. Sex & the City.

Prendete la Borsa. “Non potrà mai succedere di nuovo una cosa simile a quella del 1929, perchè ora conosciamo i meccanismi!”. Sbam. Risposta dalle alte sfere: “E come facevo, non era mai successo prima”.

Ferma tutto, allora. Qual è l’errore di fondo? Non avevamo detto che l’esperienza personale è la più formativa?

La risposta ce la fornisce Bertrand Russell con la sua metafora del Tacchino Induttivista.

“Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che, nell’allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni più disparate. Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un’inferenza induttiva come questa: “Mi danno il cibo alle 9 del mattino”. Purtroppo, però, questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato.”

Russell, nel suo libro Che cos’è questa scienza (che sarebbe da rendere obbligatorio fin dalle elementari, come già oggi è obbligatorio Il Codice Da Vinci), metteva in guardia circa i limiti di un pensiero scientifico puramente induttivista (deduzione, induzione, verifica etc., cercatevi qualcosa sul Metodo Scientifico, potrebbe cambiarvi la vita meglio che non gli Ab Roller).

Il tacchino per il Ringraziamento viene allevato per 1.000 giorni. Nel suo mondo, non c’è nessuna ragione di credere che il milleunesimo giorno possa andare diversamente se non in modo magnifico; e invece…

Simili a questo tacchino sono quelli che deducono una situazione futura dalla propria esperienza personale, ivi compresa la geniale pseudoricerca tra amici e conoscenti: “Tutti i miei amici sono rimasti senza lavoro” non è un chiaro indice di una Crisi invalicabile, quanto del fatto che dovresti sceglierti amici anche tra le fasce sociali meno a rischio. Consultare le statistiche nazionali ed internazionali, magari comprendendole che è sempre meglio, magari valutando una serie storica di ampio respiro è una ricerca; chiedere ai clienti del tuo bar se non pensano che tu abbia ragione, specialmente se sei una discreta gnocca desiderabile, non lo è. Fate tutti parte dello stesso allevamento di tacchini, siete tutti nella fase dei tre anni d’ingrasso.

Un sistema complesso come quelli biologici, economici, sociali, culturali, è una specie di superanimale che cerca di apprendere per sopravvivere un po’ più a lungo. Sbaglia; subisce danni; impara; elimina le scorie e cambia per adattarsi.

In questi sistemi complessi, le scorie potreste essere voi.

Il sistema impara dai vostri errori per migliorarsi, e quando crepate di fame o di altro esso non fa che uscirne rafforzato – sempre che la morìa, beninteso, non sia generale, il che è veramente molto difficile.

Di qui una necessità: non è assolutamente desiderabile né vantaggioso imparare dai propri errori. E’ invece necessario imparare soprattutto dagli errori degli altri. Non è vero che ci sbaglia molto impara molto. Chi sbaglia molto crepa. Nessuno riuscirà mai a commettere tanti sbagli non letali quanto una intera popolazione; di conseguenza, se tenete gli occhi aperti, potete imparare dagli errori prima ancora di commetterli, salvandovi la pelle per tempo e osservando come gli altri ci restino in mezzo.

O così, o fornire agli altri materia di studio per evitare i loro, di errori; magari siete molto generosi o masochisti o suicidi, e la cosa vi soddisfa.

Certo, essendo italiani, abbiamo un fattore in più che ci frega: pensiamo sempre che anche se a tutti gli altri é andata così in fondo è perchè sono dei fessi, mica come noi, che siamo dei gran dritti.

Infatti, si vede tutto.

2 thoughts on “L’esperienza è una cattiva maestra

  1. Hello spank...ing ha detto:

    L’articolo più interessante che abbia mai letto su un blog (senza ironia). “Chi sbaglia molto crepa” è una massima da scolpire nella pietra.

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