Come un bambino
Lascia un commentomarzo 13, 2014 di carlovanni
Ci sono persone con le quali proprio non riesci a prendertela.
Sono innocenti, divertenti, pieni di vita. Sono capricciosi, buffi, simpatici, contraddittori; non stanno mai fermi, non hanno orari, hanno l’argento vivo addosso, sono pieni di tante affascinanti qualità.
E poi, ci sono le persone perbene.
Così tanto noiose, ma le poche sulle quali puoi contare quando tuo papà sta morendo o alle quali puoi affidare le chiavi di casa sapendo che si limiteranno a dare il mangime al pesce e magari accenderanno la tv e metteranno i piedi sul divano, cosa che tu non vuoi assolutamente, ma puoi stare sicuro che non ti riempiranno il letto matrimoniale di troie.
Collaboratori strampalati e superficiali, amanti frettolosi e cornificatori, lavoratori ossessionati dalla pulizia dei denti che pisciano sul cerchione e sono irreperibili al telefono, madri di famiglia che si sbattono in disco fino alle 4 e poi di giorno lamentano le fatiche della donna moderna, mariti fusi col divano, mogli prese da battaglie femministe morte e sepolte 50 anni fa: ma si perdona loro tutto, perché, sai, sono come bambini.
Innocenti, in fondo. Teneri, irresistibili nella loro vulnerabilità umana.
Mica come noi, che siamo grigi, responsabili, vecchi, timorosi di tutto.
C’è solo un ma. Anzi, due o tre.
Intanto, chiunque abbia un bambino sa bene che la cosa difficile è districarsi tra due diversi sentimenti: il primo, quello che non cresca mai per poterlo coccolare e smanacciare sempre; il secondo, che fa capolino circa 20 volte al giorno, è il desiderio che cresca, cazzo, prima di mandarci al manicomio.
Poi, come diceva una mia cara amica, quando pisciano sul tavolo a 2 anni fa ridere. Quando pisciano sul tavolo a 15 anni, sono selvaggi. Quando pisciano sul tavolo a 20 anni, sono ribelli. Ma quando si sbronzano e pisciano sul tavolo del soggiorno a 40 anni non sono nient’altro che patetici.
A ben guardare, i tratti che contraddistinguono il bambino in via di sviluppo sono gli stessi esatti dell’affetto da disturbo narcisistico di personalità, documentarsi in materia è facile. Solo che nel bambino questi tratti sono, appunto, fisiologici. In un adulto di 70 chili al volante di un’auto da 2 tonnellate fanno sinceramente paura.
A tutti piace la donna bambina, ma se rifletti un attimo che per un capriccio potrebbe mettere te, tuo figlio e i tuoi genitori sul lastrico per una scopata con un buttafuori giamaicano impestato di gonorrea forse il sorriso ti viene un po’ meno.
Stavo cercando una morale al termine di queste considerazioni, ma siccome il problema è molto diffuso e vasto può darsi che una morale, o una soluzione, non sia possibile trovarla.
Forse, ci vorrebbe una strategia di più ampia portata, tipo trattare con queste persone in base all’età di sviluppo mentale che esibiscono.
Tipo, estrometterli dal mercato del lavoro, togliere loro la patente e la possibilità di votare, tanto per cominciare.
Tipo, andare a trovare gli amici solo se c’è un genitore presente, a letto alle 20, a pranzo spaghetti col pomodoro, a cena minestrina col formaggino e in mezzo pane e nutella, giusto giusto una Fiesta ogni tanto per gli ipovedenti. Ogni tanto una scappata all’edicola a prendere le figurine dei Cucciolotti e i Minipony, la recita della scuola e festa finita, ti piazzo davanti a Boing tutto il giorno col pannolone e non mi causi più problemi.
Il resto della vita, la parte impegnativa, lasciamola agli adulti.