Il senso stesso del vero e del falso
Lascia un commentomarzo 4, 2014 di carlovanni
Non è onesto estrapolare un periodo da un discorso più ampio, specie quando il discorso va in direzioni che per molti versi non condividiamo e se invece detto periodo sì; trovare supporto alle nostre idee spigolando qua e là è come vivere sul cadavere del nonno, col nonno ancora vivo che non ha la forza di dirti che quel pezzo di sedere ancora gli servirebbe.
Eppure.
Da questo lungo scritto di Simone Weil, “Manifesto per la soppressione dei partiti politici” ho estrapolato un solo periodo, perchè l’ho trovato molto coinvolgente. La citazione l’ho trovata sul libro “La concreta utopia di Adriano Olivetti”, di Franco Ferrarotti, libro a tratti di una noia mortale (per fortuna breve) ma ricco di spunti molto intelligenti, e non mi aspettavo altro considerando che Ferrarotti è uno che non si è formato su Wikipedia, ma i fatti li ha vissuti nel concreto, oltre a studiarli e insegnarli.
“Siamo arrivati al punto da non pensare quasi piu’, in nessun ambito, se non prendendo posizione “pro” o “contro” un’opinione e cercando argomenti che, secondo i casi, la confutino o la supportino. E’ esattamente la trasposizione dell’adesione a un partito.
Come, nei partiti politici, esistono democratici che ammettono diversi partiti, allo stesso modo nell’ambito delle opinioni le persone di ampie vedute riconoscono un valore alle opinioni con le quali si dicono in disaccordo.
Significa aver perso completamente il senso stesso del vero e del falso.
Altri, una volta presa posizione per un’opinione, non accettano di esaminare nulla che le sia contrario. E’ la trasposizione dello spirito totalitario.”
Se poi volete leggere l’intero Manifesto, seguendo il link, male non fa. Io se fossi in voi terrei conto del fatto che nel nostro Paese, e non solo, si fa presto a dire: sopprimiamo e decidiamo tutti! Quando poi si nota chiaramente che non saremmo mai in grado di farlo, per pigrizia, disonestà, clientelismo, corruzione, ignoranza e molto altro; i partiti politici in fondo (certamente, anche quando si fanno chiamare movimenti o chissà cosa altro) non sono altro che la manifestazione della nostra natura, ad un diverso livello.