La responsabilità non illimitata
Lascia un commentofebbraio 11, 2014 di carlovanni
Mi accorgo che uno dei punti principali del Pensiero Negativo viene spesso capito a metà, quando addirittura non a rovescio del tutto. E’ quello che riguarda l’assunzione di responsabilità nei confronti di quello che ci succede nella vita.
“Quello che vi succede o è conseguenza di quello che voi o altri in relazione con voi avete fatto, oppure è frutto delle leggi del caso e della probabilità : leggi, sfiga, o fortuna. Prendetevi la responsabilità delle vostre azioni. Non esistono né meriti né colpe che tengano, come non esistono premi né punizioni: esistono conseguenze.”.
Tutto vero. Però, però.
Oltre al caso e alla probabilità, c’è anche un altro fattore da considerare. Forse nessun uomo è un’isola, ma è certamente vero che siamo circondati da un mare di stronzi.
Una cosa sono le responsabilità personali dirette.
Mi faccio la ceretta per apparire più liscia, e mi lamento se fa male? Devo scazzarmi e smettere di scocciare. Mi faccio la vicina e mi lamento se mia moglie mi lascia? Devo scazzarmi e smettere di scocciare. Te la sei cercata, l’hai inseguita con ardore, ora e tua: non piagnucolare, non essere patetico.
Altra cosa è il caso. Cammino sul marciapiede con circospezione, mettendo sempre un lampione tra me e i veicoli che svoltano nella mia via, e dalla stratosfera un vecchio satellite Iridium viene giù e mi centra sul cranio. O un aneurisma latente mi inchioda sul water all’improvviso, prima della fine del Tex. Sfiga. Ci stai o non ci stai, è successo lo stesso.
Altra cosa ancora invece è l’azione o l’inazione del tuo prossimo, quel misto avidità – insicurezza – cattiveria – egoismo – menefreghismo – pura e semplice stronzaggine che può infilare la tua vita nel cesso con un tiro da tre ogni giorno, o non fare niente per tirartene fuori.
Persone affette dai mali suddetti, ne conosciamo tante. Anzi, a ben guardarci allo specchio, ogni tanto pure noi ogni tanto passiamo il periodo. Non siamo immuni. Ma quello che ci distingue è che mentre noi ci ammaliamo, loro sono portatori sani di stronzaggine; apparentemente, non subiscono da essa alcun danno (apparentemente), mentre tutto quello che è loro intorno si ricopre di una patina marrone.
Cosa fare? Che genere di responsabilità abbiamo in questo processo di bronzatura?
Per prima cosa dovremmo accettare che, come per altre calamità naturali, gli stronzi sono sempre lì in agguato. Come la pioggia e il vento: essi capitano. Che tu te li aspetti, o meno.
Poi, puoi mettere in atto tattiche dilatorie, o di sopravvivenza; per esempio, evitarli, quando è chiaro che sono degli stronzi, non è solo cosa saggia, ma dovrebbe essere inciso a fuoco nella tabella dei tuoi doveri quotidiani.
Ci sono anche altre soluzioni, quali la distruzione morale, economica, fisica e psichica di costoro, ma sono molto dispendiose e spesso costituiscono reato. E siccome io sono a) pigro, b) timoroso della galera, non ve le consiglio.
Quello che invece vi consiglio è di non mettervi particolarmente in croce se non riuscite a evitarli o a dare loro il benservito.
Potreste semplicemente non avere i mezzi per farlo (fegato, palle, carattere, possibilità economiche, equilibrio mentale, un M-16), e ridurvi ad un cadavere ambulante per i sensi di colpa di non essere stati abbastanza in gamba per mandarli a fare in culo oltre al danno che già vi causano mi sembra una strategia veramente, veramente sbagliata.
Ricapitolando:
– evitate di cacciarvi nei guai;
– se vi siete cacciati nei guai, cercate di venirne fuori senza lamentarvi, che non serve e dà fastidio;
– se non avete avuto alternativa e siete nei guai, almeno non torturatevi a morte con sensi di colpa per non essere stati abbastanza coraggiosi, previdenti o scaltri, ma conservate le forze e tornate al punto 1, cercando di cogliere l’occasione giusta per sfilarvi.
Ricordatevi che avete certamente molte responsabilità per lo stato di cose in cui vivete, ma alcune le hanno anche gli altri. Voi risolvete la vostra, di parte; per il resto, inutile dannarsi l’anima.
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