L’influenza dei polli
Lascia un commentogennaio 14, 2014 di carlovanni
Se cercate sul web “Influenza aviaria”, scoprirete che la mortalità di questa famiglia di virus trasmessi dai polli va dal 50% al 90%, a seconda del ceppo in cui si è suddivisa nel corso del tempo.
50% di mortalità significa che un contagiato su due stira le zampe.
90% di mortalità vuol dire che se ti sparano hai una probabilità infinitamente maggiore di cavartela. Che tu sia o no Chuck Norris.
Tutto ok? Avete fatto testamento? Avete già le palle nella vasca e il phon acceso in mano?
Ok.
Basta riflettere un attimo per capire il livello della cagata di cui stiamo parlando.
Dal 1997 al 2007 ci sono stati 200 morti accreditati (come per i cecchini), su 300 registrati come “contagiati”.
“Contagiato” significa “ricoverato all’ospedale in condizioni critiche con malattia riconosciuta”.
In forma lieve, media o mediamente pesante, H5N1 in dieci anni ha fatto il giro del mondo più e più volte, contagiando…beh, tutti quelli che ha trovato che vivessero in ambiente favorevole, ossia, comunità di una certa entità.
Quante persone può aver visitato? Diciamo, 8 miliardi, per stare bassi? Un numero arbitrario come qualunque altro.
200 diviso 8 miliardi fa 0, 000000025. Ma anche se è solo 1 miliardo, fa 0,0000002, 1 morto ogni 20 milioni.
La pertosse è mortale in 2 casi su mille.
Il morbillo è mortale a seconda dei ceppi da 1 su 1000 a 1 su 10.000.
La rosolia fa 1 morto su 30.000 casi.
La varicella, da 1 a 3 su 100.000.
Mi piacerebbe sapere qual è stato in questi anni il costo complessivo delle vaccinazioni contro l’aviaria, a carico dei contribuenti, per sapere, effettivamente, quanti sono i polli che si ammalano di aviaria.