Joyland di Stephen King, Pre-censione
5dicembre 5, 2013 di carlovanni
A scrivere una recensione, sono capaci tutti; o almeno sembra, sono lì che tracciano improbabili traiettorie citando Sartre, Camus, Pascal, Osho, Derrida e Dalida, io grasso che cola se non riesco a mandarla in vacca.
Stephen King merita una Pre-censione, come forse tanti altri; innanzitutto, è l’inizio della storia la parte importane, non la fine, perchè a scrivere 400 pagine di una roba che non si caccia giù sono capaci, di nuovo, quasi tutti (di certo non io). Invece, una storia che ti chiama dentro e non ti molla, beh, è un altro discorso.
Poi, perchè King parte sempre o quasi sempre bene, ed è meglio che io ne parli un attimo adesso, anche a rischio di non saper dire un cazzo (dopotutto, non l’ho ancora letto), perchè letto il finale potrei aver voglia, come sempre, di raddrizzargli l’occhio a suon di calci.
Ooooocchei. Volete sapere da me com’è “Joyland” e se vale la pena di comprarlo, o addirittura di leggerlo.
E come sarà mai? E’ il solito libro di King; vale a dire, una parte di Matheson, una parte di Bloch e una parte di Bradbury (qui una parte grossa, ma grossa molto), peraltro non citati nè ringraziati, una spolverizzata di altre varie e quel 10% di King e indiscutibilmente King che si rivolge al lettore come se fosse uno che ha già letto del protagonista sui giornali, oppure ha già visto il film. Che è poi il suo desiderata, perchè da Shining in poi King non scrive nemmeno una riga senza il pensiero fisso che potrebbe diventare una sceneggiatura tv o cinema.
Qui abbiamo un ragazzo che parla dell’innocenza perduta, degli amici di un tempo, di primi amori infranti, di una estate magica e irripetibile, di misteri paurosi e…a questo punto mi direte, ma non è la stessa trama di…eh?
Sì, è la stessa trama di Eh, e di Oh, e di un sacco di altre interiezioni; d’altronde, se Matheson odiava i bambini, Bloch odiava tutti e Bradbury amava perlopiù bere, King è il fiero portavoce degli ingredienti sopra citati, mescolando (poco) i quali a mio giudizio ha scritto le pagine migliori. In effetti, i protagonisti di King sono tutti bambini, o adolescenti o, al massimo, come direbbe Danilo Masotti, adultolescenti; solamente i cattivi raggiungono la maturità, come se nell’età adulta ci fossero già i semi di quella morte per lenta asfissia che Peter Pan cerca ad ogni costo di evitare nell’Isola Che Non C’è.
Ok; io la mia l’ho detta. Secondo me vale la pena di leggerlo, anche se non tanto da farsene una malattia; poi, se tutto va a catafascio, prendetevela con lui, è lui che scrive.
Ok. Lo leggo… poi mi ridai i soldi tu se non mi piace! 🙂
li chiedi poi allo strabicone 😀
Okkey. Lo denunzzzio per raggiro! 😛
Letto e piaciuto. Ma proprio tanto.
Russ
Grazie 🙂