Il mare degli inganni – andatevi a mangiare ‘na pizza
Lascia un commentoottobre 27, 2011 di carlovanni
I libri, bisognerebbe valutarli sul water, un tanto a formica nella gamba sinistra.
Se ti alzi sereno e rapido: mah.
Se non sai dove mettere la gamba: buono.
Se ti trascini per il bagno bestemmiando per 5 minuti: capolavoro.
Ok, questo “Il mare degli inganni” di Tim Severin fa venir voglia di pisciare in piedi, tanto è appassionante (ironico).
I personaggi sono pupazzetti appena delineati, e agiscono prima di tutto nella testa dell’autore, poi sul libro.
Voi direte: ma non succede sempre così?
Certo che no. O perlomeno, uno un minimo capace è in grado di rendere l’illusione della vita, di lasciarvi tuffare nel film (nel film del libro) come se ci foste dentro.
Qui, no.
Sembra di assistere a una puntata de “Il maresciaqquamelo Rocca” mentre qualcuno ti parla e suonano al campanello i testimoni di Geova.
Vi faccio un esempio.
Hector (nome del protagonista) faceva il pirata, e vuole raggiungere la donna della quale si è perdutamente innamorato (e non glie l’ha manco data: altri tempi!).
I suoi amici, che evidentemente non hanno un cazzo da fare di meglio, decidono di dirottare una nave pirata attraverso mezzo mondo.
Ma mentre navigano, la nave si sfascia.
Niente paura: finiscono su di un’isola con dei buoni selvaggi.
Ma i selvaggi sono incazzevoli.
Niente paura: il suo amico è bravo, forte e buono e li convincerà ad abbracciarsi.
Ma arrivano i cattivi che li portano via e vogliono sposare ella a un giovane pascià indonesiano.
Niente paura: arriva mio cugino e compie una missione per il pascià che grato lascia la donzella.
Ma la donzella va in depressione.
Niente paura: arriva l’altro mio cugino che le suona una taranta e lei diventa rosa e bianca come un lattonzolo.
E così via.
Non ricordo se costa 17 o 19 euro, ma cambia poco; ci sta proprio secca una pizza.