Lehane, Quello era l’anno

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settembre 26, 2011 di carlovanni

Ancora non demordono, critici della domenica e giornalisti del sabato, dall’inserire nei trafiletti a mo’ di recensione il concetto di “Grande Romanzo Americano”, come se invece di una tradizione letteraria fosse una specie di Araba Fenice o di Fonte dell’Eterna Giovinezza.

Ogni volta che lo leggo mi dà fastidio.

Anche perchè è una definizione che si attaglia a così tante realtà differenti che alla fine risulta stucchevole e banale come solo le definizione riempitive possono risultare.

Con tutto ciò; Dennis Lehane firma il suo settimo romanzo (sinceramente, avrei detto di più!) in una carriera secondo me ancora un po’ sottovalutata.

Ora come ora, sono tutti lì a fare la Ola per il tutto sommato brutto e dissestato “Shutter Island”, colpevole di essere stato dato al cinema (così come pure “Gone baby Gone”, da noi “La casa buia” ed il gigantesco “Mystic River”), come se il cinema suggellasse chissà quale capacità oltre agli incassi.

In realtà, il punto forte dello scrittore di Boston sono proprio i romanzi meno considerati dalla critica: per niente banali, tesi, vivaci, i thriller della serie Kenzie-Gennaro non deludono mai, anche se, come per tutti gli autori, man mano che la lista si allunga la freschezza viene meno e si tende ad apparire un po’ ripetitivi, facili all’espediente comodo, come se tutto lo storico accumulato fosse troppo “presente” per non lasciar scrivere al lettore i libri, non so se capite quel che intendo.

 

Quanto a “Quello era l’anno”, è un romanzone ben scritto e ben congegnato, col pregio di pescare in spunti storici molto drammatici e coinvolgenti;

i personaggi sono vividi (forse fin troppo) e azione, dialoghi, trama, degni di un grande, appunto, romanziere.

Forse il difetto maggiore che si può imputare a questo libro è che tarda un po’ a prendere velocità, occupato com’è a fornire  un affresco pieno e realistico (ma molto romanzato, sia chiaro).

In sostanza: dopo averlo letto, non lo comprerò, ma non si può negare che non sarebbe poi una spesa così strampalata.

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