83. Volerlo cambiare. Manuale per farsi lasciare

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giugno 13, 2011 di carlovanni

Manuale per farsi lasciare da un uomo.

83. Volerlo cambiare. Manuale per farsi lasciare

 Gli uomini, non cambiano.

Questa è uno dei luoghi comuni più divertenti, e assieme più tristi, che mi capita di sentire con una grandissima frequenza.

Sarà per il successo della canzone della compianta Mia Martini, o perché è bello poter contare su qualche comodo stereotipo di genere;

fatto sta che la cosa ha preso piede, e non accenna a finire nel dimenticatoio.

Detto questo:

è vero, gli uomini, non cambiano.

E ci mancherebbe.

Cioè;

per essere chiari, neppure le donne, cambiano.

In sostanza:

nessuno cambia, a meno che la volontà della mutazione non venga dal di dentro, da esigenze profonde.

E non sono poi molti quelli che hanno l’umiltà, il coraggio e la testardaggine per imparare trucchi nuovi a partita già bene avviata.

Quando vi portate a casa il vostro pacco regalo, è opportuno che a questo punto quali siano i suoi pregi e difetti l’abbiate già ben chiaro, e siate pronte a conviverci;

perché ci dovrete fare i conti per un bel pezzo.

Volete un metodo sicuro per mettere il vostro partner in serie difficoltà?

Sforzatevi di cambiarlo.

Imbarcatevi in una impresa tanto titanica quanto praticamente disperata, dall’esito così aleatorio che vi converrebbe aprire l’uscio di casa e sperare che entri Brad Pitt

(è più probabile, in effetti),

per vederlo sudare freddo in attesa obbediente delle vostre ultime assurde pretese, delle quali non vede assolutamente il senso logico e che se asseconda è solo per non fare dispetto a voi.

Gli uomini, come tutte le bestie selvatiche, hanno un gran numero di comportamenti direttamente inscritti nel DNA;

non dovete pensare che se gli spiegate le ragioni recondite che si celano dietro la vostra ansia di fare shopping, nel comprenderle, comincerà ad essere un appassionato dei banchi del mercato.

No!

E’ impossibile, fisiologicamente errato e privo di senso pratico.

Ciononostante, dovete smetterci anima e corpo, in questa futile crociata, proprio come fanno ogni giorno milioni di donne nel mondo.

Lui è bestialmente pigro?

Geloso fino al parossismo?

Cattivo e violento?

Presuntuoso e vanesio?

Il Principe dei Cornificatori?

Il ragionamento che le povere illuse di cui sopra riescono a concepire è la seguente:

d’accordo, è una bestia, ma io sono sola, e col cavolo che mi lascio scappare un uomo basta che sia, quando lo trovo un altro?

Quindi, lo accalappio;

ci penserò io, a cambiarlo, con la mia grande intelligenza e la mia sensibilità degna di una Anna dei Miracoli.

Risultato:

dopo dieci anni di corna, scenate, botte e fatiche erculee, lui è ancora esattamente come era prima, se non peggio, loro sono del tutto esaurite, succhiate come gamberetti, e la sua amante è libera di portarselo via.

O di lasciarlo dov’è:

che le conviene, la fatica la fanno loro, del resto.

Voi, invece, che avete l’enorme vantaggio di avere me come consulente, non vi stresserete, perchè siete non solo scientifiche, ma anche disinteressate.

Compratevi un buon libro per l’addestramento degli animali nei circhi, un tratto di fune robusta col quale percuoterlo sulle costole, un collare  a strozzo e un pungolo elettrico, e siate bell’ pronte per partire.

L’arma ulteriore che avete, e che i domatori tradizionali non hanno (o sì?), è la possibilità di somministrare premi e punizioni sessuali:

siate spietate.

Addestratelo come si fa con i gatti:

oggi una moina qui, domani una crocchetta qua, dovreste poter riuscire, con grandissima pazienza, a fargli fare cose innaturali, tipo

mettersi le pattine,

pulirsi l’ombelico,

smetterla di essere geloso,

comprare un rotocalco di moda al posto della Gazzetta dello Sport,

e via dicendo.

Poi, una volta concluso l’addomesticamento, contemplate il patetico, servile scimmiotto che vi sta davanti, e dichiarate: non sei più l’uomo che eri un tempo.

Non ti riconosco più.

E siccome ne è consapevole anche lui, dovrebbe rimanere poco tempo, prima che progetti una fuga.

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