78. Non fare le faccende di casa. Manuale per farsi lasciare
3giugno 8, 2011 di carlovanni
Manuale per farsi lasciare da un uomo
78. Non fare le faccende di casa. Manuale per farsi lasciare
Ci sarebbe da pensare che, in un mondo in cui ogni singolo problema della vita quotidiana può essere risolto da un elettrodomestico, gli uomini non dovrebbero percepire come un problema di fondamentale importanza il normale tran-tran manutentivo finalizzato al riassetto della casa.
Eppure, è il momento di prendere atto di una triste verità:
esistono uomini che, abbandonati a se stessi, non sarebbero in grado non dico di cucinare un uovo (insomma, non è facile come sembra, suvvia), ma nemmeno di apparecchiare la tovaglia per uno.
Figurarsi per due.
Quando un uomo dice
“voglio trovare la mia indipendenza”,
in realtà deve essere tradotto con un più onesto
“voglio andare ad abitare per i cacchi miei, così posso rimorchiarmi tutte le squinzie che voglio senza che mamma entri in camera mia sul più bello dicendo, beh! E non me la presenti questa bella ragazza?!?!?”.
Poi, però, una volta usciti di casa, cominciano i guai.
C’è quel fatto misteriosissimo della polvere, resti fossili di miliardi di microsfregamenti di oggetti nell’Universo intero che finisce per depositarsi, di tanti posti, proprio a casa nostra.
.C’è il grosso problema che mangiare tutte le sere al ristorante non solo è un assassinio per il portafogli, ma c’è anche da mettere in conto che non si può mangiare in mutande e canottiera davanti alla televisione.
E poi, le camicie non si lavano da sole, e se anche fosse, lasciarle stese a testa i giù non risolve il problema della stiratura.
Insomma:
fatti i debiti conti, e considerato che tornare a casa da mammà equivale senza meno a dire addio ad una vita sessuale quale che sia, la soluzione che a tutt’oggi risulta la più praticabile, logisticamente parlando, consiste senza dubbio nell’unire in uno stesso oggetto mobile del desiderio
partner sessuale,
borsa dell’acqua calda,
infermiera,
cuoca,
donna delle pulizie,
stiratrice
e spalla su cui piangere.
Ossia:
una compagna.
Una perfetta ripartizione dei compiti:
tutti e due si va a lavorare, tutti e due si torna;
tutti e due si guarda un po’ la TV, magari lei stira, tanto per tenersi occupata;
poi, lui esce per giocare a calcio, o a bowling, o a Dungeons & Dragons, e lei per passare il tempo mentre si riposa lava i piatti, o dipinge la casa, o fa il bucato, insomma,
attività zen per femmine.
Volete gettare il vostro uomo nel panico più totale?
Niente di più semplice:
smettete di rappresentare per lui una forza lavoro non retribuita.
Cominciate con piccole cose, come manifestare una improvvisa sindrome da tunnel carpale nell’atto di afferrare il ferro da stiro;
ormai, questo disturbo è entrato saldamente a far parte dell’immaginario collettivo, andrete sul sicuro.
Poi, assesterete colpi via via più duri.
Il trucco consisterà nell’evitare lo scontro diretto come se foste una astuta guerrigliera vietcong;
mai rifiutarsi direttamente, saranno i fatti che tristemente ve lo impediranno.
Ad esempio.
Siete delle cuoche entusiaste.
Ma ad un certo punto, col sale proprio non ci béccate.
O il risultato ucciderebbe una capra, o sarà completamente privo di sale.
Stirate?
I colletti delle camicie, giù, spianarli sul didietro, in maniera irreparabile;
oppure, lasciare il ferro inavvertitamente a tatuare una bella forma di natante sulla schiena.
In lavatrice, che disattente!
Finisce sempre con l’imboscarsi un calzino rosso con la casacca per lo Judo, tingendo di un poetico rosa il tutto.
E se sbrinate il freezer, dovette accoltellare (inavvertitamente) la serpentina del refrigerante, creando ogni volta una piccola Bhopal domestica.
Per un po’, il suo piccolo cervello rettiliano potrebbe anche contemplare l’idea di darvi una mano nei lavori domestici, o quantomeno, di sorvegliarvi come se foste una schiava addetta alla costruzione del Tempio della Regina Hatshepsut.
Ma ben presto, per economizzare, e per puro amore di logistica, deciderà di sostituire l’inetto elettrodomestico multifunzione con qualcosa di nuovo, e che funzioni meglio.
E il gioco è fatto.
Talvolta la pubblicità è ingannatoria, talvolta invece diverte e cambia la giornata.
Se Gesù fosse stato un pubblicitario…
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/06/08/jesus-spam/
Complimenti per il tuo post =)
Allora l’Inge fra un po’ mi molla…3 settimane che non faccio le pulizie, 1 mese che non stiro e 2 settimane che non faccio lavatrici, non ho mai voglia di cucinare……..sull’orlo del baratrooooo!
Se tu poi dici l’Inge penso ad una indossatrice svedese, eh!