Fingere di avere o di stare per avere uno o più figli. Manuale per farsi lasciare
1Maggio 17, 2011 di carlovanni
Manuale per farsi lasciare da un uomo.
56. Fingere di avere o di stare per avere uno o più figli.
Una volta, i figli erano il fondamento della famiglia;
non certo l’amore che, come tutti già si erano resi conto, dopo un po’, non è più il vivere perennemente ed impunemente su quella nuvola rosa in cui nulla ti raggiunge ed è tutto bellissimo, ma la visione di un futuro migliore, creato da giovani e fiduciosi virgulti da noi educati ai fatti della vita.
Oggi, abbiamo capito benissimo che si tratta di un sogno allucinatorio, dal quale ci svegliamo terrorizzati:
fai un figlio, lo cresci, lo pasci, lo fai studiare e lo mandi a nuoto,
e il piccolo coccodrillo prima ti fa sbiancare i capelli con preoccupazioni di ogni genere,
poi divora tutti i tuoi averi,
ti gonfia di botte per comprarsi una dose di crack e infine ti butta dentro l’ospizio più scalcinato che riesce a trovare e ti scorda per sempre.
Va bene; non è sempre necessariamente così, ne convengo.
Però, questo è il timore che qualsiasi maschio umano risiedente in paesi industrializzati proverà al solo pensiero di riprodursi.
Di sicuro, lo spauracchio delle responsabilità che andrebbero necessariamente assunte gioca un ruolo di primo piano, in questo film terrificante che ci andiamo proiettando;
dopotutto, nel corso dei secoli ci siamo gradualmente chiamati fuori da tutti quei fastidiosi, sgradevoli compiti che vanno dal cambiare il pannolino al fare i compiti, con la scusa che tanto voi lo portate in grembo per nove mesi e si crea tra di voi un rapporto speciale.
Poi, al massimo, interverremo più tardi, quando il piccolo farabutto sarà cresciuto, e potremo trasformarlo in un nostro clone nel tentativo di alleviarci la solitudine.
Quello che voi fareste con un cagnolino da salotto, insomma.
Ma è la parte precedente quella che proprio non riusciamo a buttare giù:
notti insonni, pannolini, pappe, feste all’asilo e così via.
Per cui, se volete avere un’arma con la quale essere ragionevolmente sicure di terrorizzare un uomo, ditegli che avete un figlio.
E’ una tecnica straordinaria se volete scrollarvi di dosso un seccatore ai primi appuntamenti (o prima ancora, direttamente in chat):
ciao, cosa fai stasera?
Beh, devo accompagnare i miei due bimbi a karate, poi devo fare i compiti col più grande…
spettacolare.
Invece, per una coppia che tentenna, irresoluta come tante ce ne sono, c’è il grande spavento del test di gravidanza:
opportunamente disseminati per casa, voi a lui non direte niente, e aspetterete di coglierlo sul fatto mentre, con aria preoccupatissima, starà lì a cercare su Internet cosa vuol dire una riga blu messa in quella posizione.
E’ anche possibile falsificare l’esito, s’intende, tramite un’amica tanto gravida quanto compiacente, per vedere l’effetto che fa;
ovvio che, se vedete che lui è tutto felice, direte subito che c’è stato un errore,
mentre se lo vedete che sbianca a vista d’occho nei capelli può essere il momento di dirgli che nella vostra famiglia ci sono stati molti casi di parti esageminari.
Anche fingere gravidanze isteriche, con l’ausilio di un bel cuscino gonfiabile, può essere estremamente efficace;
e vi dà anche l’opportunità di divertirvi come pazze, facendovi vezzeggiare, servire, riverire e coccolare e trattare come se foste di cristallo.
Dopo due o tre misteriosi e repentini sgonfiaggi il vostro uomo dovrebbe essere ormai pronto per il manicomio;
se dovesse manifestare tale desiderio, non siate crudeli, ed assecondatelo.
Dopotutto, perché non aiutarlo a raggiungere le sue aspirazioni?
Bel post, indicativo direi!
Ripartiamo dunque dall’amore come reciproca crescita degli io! =)
Su Vongole & Merluzzi ci ci chiede invece se il “mito della psicoanalisi” può condurre all’individualismo!
Spero avrai modo e voglia di ricambiare la visita
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/05/21/psicofornication/