Carlo Vanni Vs. le Impronte sul Bidé

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aprile 1, 2011 di carlovanni

Credo che uno degli aspetti in assoluto più positivi del mio attuale posto di lavoro sia l’avere un bagno col bidé.

Non credete a quelli che vi dicono che senza, si fa senza: sono dei poveri incivili. E anche rosiconi.

L’unica cosa è che non tutti sanno come usarlo, e abbastanza spesso, quello che vedo genera in me interrogativi di non facile soluzione.

Ad esempio.

Stamattina, guardavo e riguardavo, ma le impronte che erano sul bordo, ecco, potrebbe averle lasciate solo una lontra tetraplegica.

O una faina antropomorfa.

O una sorta di folletto col culo a grandezza umana, e tutto il resto in guisa di piccione.

Oppure, uno dei miei colleghi porta in realtà gambaletti ortopedici, tolti i quali vengono alla luce zampette deformi, chiaro segno del tocco del Maligno (il che spiegherebbe anche alcune altre cose).

Fatto sta che le persone normali possono contare solo sugli immancabili diorami urinari dei bagni maschili (quelli femminili, lasciamo stare, ci ho visto cose che potrebbero essere spiegate solo con una attrezzatura da trapezista);

io, no, devo trovarmi davanti a un mistero insondabile.

E non posso manco andare a chiedere, perchè si sa, l’omertà al cesso regna sovrana.

 

 

 

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