Manuale per farsi lasciare – 7

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marzo 29, 2011 di carlovanni

7. Volere o non volere figli. Strategicamente.

 

Noi uomini siamo così ingenui che spesso, una volta trovata una donna con la quale ci sembra di poter passare il resto della nostra vita ( il resto, vuol dire: quello che avanza tra un hobby e l’altro) ci viene persino in mente che potrebbe essere bello trovarsi per casa un piccolo clone di noi stessi.Nonostante l’originale, che vediamo ogni mattina nello specchio, già da un pezzo dovrebbe essere sufficiente per stufarci.

D’altro canto, riusciamo persino ad autoconvincerci che l’interminabile sequela di rogne, responsabilità e disgrazie che si accompagnano alla paternità siano un prezzo tutto sommato equo da pagare per il meraviglioso livello di condivisione della vita che in ciò possiamo raggiungere con la nostra partner.

Poi, si sa; le donne hanno questo orologio biologico che ticchetta, come quello di Capitan Uncino nel coccodrillo, e prima o poi il loro intrinseco desiderio d maternità deve essere soddisfatto, o si disseccano e cadono in polvere entro i 40 come i vampiri morti ammazzati nei film.

Non ci scappa nemmeno per l’anticamera del cervello che oggi la donna, che si è liberata dalla pastoie delle illusioni tramandate da generazioni di schiave casalinghe ed è libera di schiavizzarsi più modernamente, come un uomo, potrebbe desiderare una maternità così come potrebbe desiderare di finire a far parte della pavimentazione stradale della Salerno – Reggio Calabria.

E quindi, questa cosa del desiderio di paternità – maternità gira gira si incista a mo’ di tenia, e diventa un po’ il nostro obbiettivo: farsi una famiglia, tramandare il nostro corredo genetico ai posteri (siamo crudeli, in fondo), farsi fighi con le giovani single o le divorziate portando i bambini al parco, che rendono più dei labrador per rimorchiare, cose così.

Ovviamente, più grande è la portata del progetto di vita, più sarà doloroso disattenderla, da parte vostra; e così, se il vostro uomo ha sempre dichiarato che non vede l’ora di fare un figlio con voi, comincia ad avere le gravidanze isteriche, si perde in solluchero davanti ai bebè degli altri e dai suoi capezzoli prende a stillare il latte, voi tagliategli le gambe con una dichiarazione di moderna emancipazione: no, non può essere così egoista, perché una coppia non è detto debba per forza essere in funzione della procreazione, e perché il lavoro spetterebbe tutto a voi, e perché anche voi avete una carriera, e via dicendo.

Se il vostro uomo è un tradizionalista mussulmano o cristiano o mediterraneo in genere, la dichiarazione, specie se giocata a sorpresa dopo illusioni astutamente coltivate nel senso opposto, avrà l’effetto di un’atomica.

Ovviamente, se lui è del tutto contrario ad avere figli, dovete giocarvi la carta esattamente contraria: è quello che avete sempre sognato, senza, non vi sentite donna, la vita non ha senso, eccetera. Ogni volta che lui chiederà di fare sesso, voi portatela sul piano della procreazione. Dite che vi sentite fertile come la Valle del Nilo dopo l’inondazione, che sentite cantare gli ovuli con voce melodiosa, che nella vostra famiglia ci sono solo parti esageminari, che vostro cugino, come Gesù ed Anakin Skywalker, è stato procreato anche senza spermatozoi; fategli trovare le tabelle di fertilità sul tavolo sotto la brioche la mattina, toglietegli il preservativo a sorpresa e intrappolatelo stretto a voi durante il coito; dovrebbe avere cavi d’acciaio al posto dei nervi, per resistere più di qualche settimana.

Alla fine, dovrà cedere, per forza. O attuerà qualche strategia di fuga, o si arrenderà a voi, dicendo: va bene! Va bene! Facciamo un figlio, se questa cosa per te è così indispensabile!!!

Sì, siatene consce: potrebbe succedere; ve lo dico perché non vi lasciate prendere alla sprovvista.

Nel caso, siate preparate: guardatelo negli occhi con decisione, come se foste fornite dei poteri chiaroveggenti di Sauron, e ditegli: “Lo dici solo per farmi piacere. Ma non sei convinto. Adesso potrebbe essere tardi.”.

E se lui non parla più di figli, voi incalzatelo di nuovo.

Insomma: rincretinitelo.

 

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