La parola che comincia per M
1marzo 19, 2011 di carlovanni
In realtà, è uno dei miei cavalli di battaglia, devo ammetterlo: quando l’auditorio è troppo distratto, quando la conversazione langue, quando disinteresse e noia hanno la meglio, non c’è niente di meglio che parlare di merda, per ottenere una vivace reazione.
Fate la prova: pronunciate la parola “cacca”, e ci sarà sempre qualcuno che si metterà a ridere. Luttazzi ci ha costruito sopra una carriera (per metà. L’altra metà consiste nel riportare monologhi comici altrui).
Non è che la merda di per se sia comica: è che di fronte al concetto, è impossibile non avere reazioni forti. E il riso serve a mascherare il disgusto, il rifiuto, serve a non farci voltare le spalle immediatamente.
Possiamo parlare di tutto; ma di merda, a quanto pare, mai. Peccato; perchè con tanta filosofia che si fa sull’alimentazione, essa rappresenta nè più nè meno l’altra parte del processo. E se fossimo in grado di ragionarne con levità di pensiero e con cognizione, ne avremmo benefici notevoli e duraturi.
E’ quanto ci insegna Rose George nel suo libro “Il Grande Bisogno”, dove spiega che in pratica la scienza della deiezione è quella che, prima di tutte, distingue una civiltà sana, ricca e felice da una malata, miserevole e disgraziata. Pare che l’investimento sul trattamento della merda sia quello con i più ampi ritorni economici, nei paesi poveri come in quelli ricchi; e se si pensa in termini di costi sanitari e di perdita di vite umane, non ci sono dubbi al riguardo.
I morti per AIDS, per guerre o per semplice fame, nel mondo, sono una piccola frazione rispetto a quanti muoiono di diarrea per essersi avvelenati con i propri o altrui bisogni.
I due terzi della popolazione mondiale sono praticamente immersi nella merda. Noi, rischiamo di fare la stessa fine, man mano che servizi fognari, acqua e educazione al riguardo vengono meno.
Insomma, niente di cui in realtà si possa debba per forza ridere. Anche se il discorso certamente puzza, non è un buon motivo per non prenderlo.
Penso che alla fine si finisce sempre per ridere di noi stessi!
Un post interessante il tuo, ti invito a dare un’occhiata qui, dove noi di Vongole & Merluzzi abbiamo deciso di parlare…dell’insostenibile leggerezza di un rotolo!
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/03/28/linsostenibile-leggerezza-di-un-rotolo/