Confutatis, maledictis

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marzo 14, 2011 di carlovanni

Penso che sia in realtà impossibile, spiegare qualcosa a qualcuno.

Se non vuole capire, non c’è verso.

Se vuole ma non può, insistere è fatica e crudeltà.

L’unico modo sembra essere l’accensione di quella strana e irripetibile scintilla di, non c’è altro modo di dirlo, illuminazione, durante la quale il pensiero cortocircuita.

Le parole risultano inutili: come dicevano gli antichi, è più la visita di un misterioso genio, una intuizione folgorante, in cui leggiamo la realtà che ci circonda in un modo differente da quello che pensavamo fosse l’obbligo al quale lo schema fin lì utilizzato ci obbligava.

Per questo, io non insisto mai nello spiegare le cose.

Chi vuole intendere, intende. Ci si predispone alla lettura, e il lampo, se desidera, se trova terreno fertile, viene da sè.

Oppure, non viene affatto.

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