Ignoranti, ipocriti e razzisti.

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marzo 11, 2011 di carlovanni

E’ ora di prenderne atto: non siamo navigatori, poeti e salumieri, siamo ignoranti, ipocriti e razzisti.

Le nostre ditte, l’intero sistema produttivo manifatturiero ed agricolo, chiedono a gran voce personale a bassissimo costo, intercambiabile, sacrificabile, o anche solo personale tout court – perchè i figli degli operai non sia mai vadano a fare gli operai, no, tutti architetti, devono diventare, tutti geometri, esperti di arte moderna e antica, giornalisti affermati e stilisti stilosi.

Poi c’è la questione della fabbrica delle disautonomie: malattia, dolore, vecchiaia, allettamento (non nel senso di qualcosa che fa gola, nel senso di non riuscire ad alzarsi dal letto, e non per pigrizia). Tutte questioni che richiedono assistenza faticosa, umile e continuativa.

Non vedo molti figli di capitani d’industria a smerdare culi. Voi sì? Se sì, fatemi un fischio, che mandiamo il Gabibbo: sono ingiustizie da risolvere subito, eh!

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/03/11/news/il_governo_ora_chiede_pi_immigrati_ne_servono_due_milioni_in_dieci_anni-13454868/?ref=HREC1-11

Cos’è successo?

E’ successo quello che accade sempre in qualsiasi catena alimentare: il diritto di béccata è universale.

I lavori migliori, se li bécca la classe meglio posizionata; per cui, la piramide sarà così:

– maschi adulti bianchi

– donne adulte bianche

– giovani maschi bianchi

– giovani femmine bianche

poi, a scalare, sempre più in basso

– maschi adulti neri, giovani adulti neri, donne adulte nere, giovani donne nere.

 

Più in basso di così ci sono solo gli animali, quelli beninteso che sacrifichiamo sull’altare del nostro benessere e che non intendiamo inserire nel circuito “goodies”, tipo gli animali da compagnia.

Se ve lo state chiedendo, i robot sono appena sotto i maschi adulti bianchi; si rifiuterebbero di fare certi lavori per cui un essere umano, più economico, più versatile, è più tagliato, vale a dire, ci deve morire in mezzo.

 

Volete sapere qual è il futuro che ci si prospetta?

Probabilmente, una nazione migliore di quanto non lo sia adesso. Ma non grazie a noi. Grazie a milioni di persone che sono venute qui perchè cercavano una opportunità, e non si arrendono di fronte all’evidenza della miseria morale e culturale; studieranno, si prepareranno, investiranno passione e volontà.

E un giorno il figlio della prostituta senegalese tornerà al suo paese con un un dottorato in ottica sperimentale, a renderlo migliore, mentre noi saremo qui a parlare di molte federalistiche montagne di rifiuti e del perchè sia bello e divertente non pagare le tasse a beneficio della collettività.

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