Ignoranti, ipocriti e razzisti.
Lascia un commentomarzo 11, 2011 di carlovanni
E’ ora di prenderne atto: non siamo navigatori, poeti e salumieri, siamo ignoranti, ipocriti e razzisti.
Le nostre ditte, l’intero sistema produttivo manifatturiero ed agricolo, chiedono a gran voce personale a bassissimo costo, intercambiabile, sacrificabile, o anche solo personale tout court – perchè i figli degli operai non sia mai vadano a fare gli operai, no, tutti architetti, devono diventare, tutti geometri, esperti di arte moderna e antica, giornalisti affermati e stilisti stilosi.
Poi c’è la questione della fabbrica delle disautonomie: malattia, dolore, vecchiaia, allettamento (non nel senso di qualcosa che fa gola, nel senso di non riuscire ad alzarsi dal letto, e non per pigrizia). Tutte questioni che richiedono assistenza faticosa, umile e continuativa.
Non vedo molti figli di capitani d’industria a smerdare culi. Voi sì? Se sì, fatemi un fischio, che mandiamo il Gabibbo: sono ingiustizie da risolvere subito, eh!
Cos’è successo?
E’ successo quello che accade sempre in qualsiasi catena alimentare: il diritto di béccata è universale.
I lavori migliori, se li bécca la classe meglio posizionata; per cui, la piramide sarà così:
– maschi adulti bianchi
– donne adulte bianche
– giovani maschi bianchi
– giovani femmine bianche
poi, a scalare, sempre più in basso
– maschi adulti neri, giovani adulti neri, donne adulte nere, giovani donne nere.
Più in basso di così ci sono solo gli animali, quelli beninteso che sacrifichiamo sull’altare del nostro benessere e che non intendiamo inserire nel circuito “goodies”, tipo gli animali da compagnia.
Se ve lo state chiedendo, i robot sono appena sotto i maschi adulti bianchi; si rifiuterebbero di fare certi lavori per cui un essere umano, più economico, più versatile, è più tagliato, vale a dire, ci deve morire in mezzo.
Volete sapere qual è il futuro che ci si prospetta?
Probabilmente, una nazione migliore di quanto non lo sia adesso. Ma non grazie a noi. Grazie a milioni di persone che sono venute qui perchè cercavano una opportunità, e non si arrendono di fronte all’evidenza della miseria morale e culturale; studieranno, si prepareranno, investiranno passione e volontà.
E un giorno il figlio della prostituta senegalese tornerà al suo paese con un un dottorato in ottica sperimentale, a renderlo migliore, mentre noi saremo qui a parlare di molte federalistiche montagne di rifiuti e del perchè sia bello e divertente non pagare le tasse a beneficio della collettività.